Dietro le quinte – parte 1

Volare in mongolfiera è un’esperienza a metà strada tra il reale e il fantastico.

Quando pensiamo a questi enormi vascelli dell’aria si ha un’ immagine di qualcosa che è sta al di fuori del tempo, intangibile quasi. Come se questi pachidermi volanti comparissero dal nulla nel cielo, sotto i nostri occhi incantati, per poi sparire chissà dove, oltre l’orizzonte.

Probabilmente la mongolfiera non perderà mai quest’aura di mistero che la contraddistingue (e che la rende così affascinante) ma a noi piace molto l’idea di svelarvi cosa c’è veramente dietro a tutto questo.

In pratica, cosa avviene dietro le quinte!

Dove dormono le mongolfiere

La mongolfiera è composta da più parti:

l’involucro (ovvero la parte in tessuto), il cestino (che nonostante siano passati centinaia di anni resta ancora di vimini), il bruciatore, le bombole di combustibile, gli strumenti di volo (radio, transponder, altimetro, variometro, sensori di temperatura, ecc…)

Quando non vola deve essere risposta in una struttura coperta, protetta dalle intemperie e dall’umidità.

Al termine di ogni volo, direttamente sul luogo dell’atterraggio, l’involucro viene sgonfiato e chiuso dentro ad un apposita sacca.

Nel caso di atterraggio su terreno umido o bagnato, una volta tornati in hangar, bisognerà tirare fuori la mongolfiera dalla sacca per farla asciugare e perchè non faccia la muffa. Questa infatti è nociva per il tessuto in quanto lo fa degradare in fretta.

Domani si vola?

Normalmente, la preparazione di un volo comincia il giorno prima.

Come prima cosa il pilota studia la meteo e valuta la fattibilità del volo con scrupolosa attenzione.

Tra le applicazioni molto valide che permette di analizzare anche la situazione dei venti (fattore determinante per le mongolfiere) e l’evoluzione dei temporali sono  Windy e Meteo & Radar.

Quando le previsioni sono favorevoli il pilota compila il Flight report (inserendo i dati dei passeggeri e calcolando la portata della mongolfiera) prepara il piano di volo che depositerà presso l’ufficio di zona competente (ARO/CBO) e conferma il volo sia ai passeggeri che all’equipaggio di terra, che era già stato preallertato.

Fatto questo controlla che la mongolfiera sia pronta per il volo. Ovvero che il cesto e i mezzi fuoristrada siano puliti, che il rifornimento di carburante sia stato fatto, che gli strumenti siano carichi e funzionanti.

È tutto pronto e in ordine…non resta che andare a dormire presto per essere in perfetta forma la mattina seguente!!

E dopo un po’ che ci voli si entra in simbiosi e si comincia a comunicare; prima della partenza, quando è ancora distesa a terra, la balena la chiamiamo noi, le fai una carezza. Così, come per dire: “ti voglio bene; dai che ci facciamo un bel voletto…”

Marco Marin – pilota

Sveglia, è mattina!

È una bellissima giornata, proprio come da previsioni.

Il pilota e l’equipaggio di terra si incontrano in hangar all’orario prestabilito e dopo un buon caffettino fanno un ultimo controllo scrupoloso prima della partenza.

Per far questo si utilizzano liste scritte che vengono lette ad alta voce per non rischiare di dimenticare nulla.

Una volta sul campo di decollo tutta l’attenzione è rivolta al volo imminente, per questo bisogna ridurre il più possibile i motivi di distrazione. La pianificazione e il controllo della situazione sono alla base di tutto.

Al campo di decollo

Eccoci arrivati sul campo di decollo.

Per prima cosa si gonfia con elio un palloncino per controllare direzione ed intensità del vento e decidere quindi in quale posizione stendere il pallone per il gonfiaggio.

Dopodichè si parte con i preparativi.

Ci vogliono circa una quarantina di minuti perchè tutto sia pronto per il decollo…ma questa è un’altra storia!

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