Su quali piatti tradizionali atterrare in Piemonte? Mini guida ai piatti tipici piemontesi.

La storia culinaria Piemontese

Prendersi la briga di presentarvi in modo generale, la cucina tipica piemontese è davvero una bella sfida, ma mangiare bene è uno dei miei obiettivi primari di qualsiasi viaggio e quindi eccomi qua! Il Piemonte ha una lunghissima storia culinaria fatta di contaminazioni provenienti anche da oltre il confine sia via terra che via mare. Senza dimenticare poi la grande influenza che ha avuto e continua ad avere Slow Food sulla gastronomia e il territorio (ne avevamo parlato meglio qui). Partiamo alla scoperta di alcuni dei piatti che non potete proprio perdere se siete di passaggio nelle nostre zone. Ps: il Piemonte è regno di antipasti, carni in tutte le salse e piatti più o meno leggeri, per inserirli tutti ci andrebbe un’ enciclopedia. Ps2: non ho inserito i formaggi perché avrei speso altre 250.000 parole a descriverli, ma se ve li servono a fine pasto, accettateli!

BAGNA CAUDA

Entro a gamba tesa sulla sulla super tradizionale salsa che vi farà impazzire (nel senso buono, di solito!) Vi raccomando di prendervi qualche giorno libero e di frequentare solo persone che l’hanno mangiata o che non sono turbate dal profumo dell’aglio. Infatti l’ingrediente principale è proprio l’aglio che, insieme ad olio e acciughe, sul fuoco, poi creano questa salsina perfetta per le stagioni invernali. Pinzimonio, verdure cotte e quel che vi pare, basta affogarci dentro con tanto amore. Scopri la ricetta

BATTUTA AL COLTELLO

La Fassona Piemontese è la regina indiscussa della tavola Piemontese. Un taglio di manzo super snello e saporito che, grazie alla sua scarsa presenza di grasso, si apprezza cruda. La morte sua è proprio la tartare battuta, appunto, al coltello. Questo taglio “imperfetto” la rende in bocca davvero perfetta. Io la preferisco solo con un filo d’olio e un pizzico di sale e pepe, ma si può anche aggiungere il limone e le salsine che preferite (mayo all’aglio ci sta da dio). Si scioglierà in bocca, assicurato. Scopri la ricetta

TAJARIN

Regione che vai, pasta che trovi. Qui ci si può fondare sui tajarin, tagliolini di pasta fresca all’uovo (di solito una 40ina di tuorli). O uovo alla pasta, insomma ci siamo capiti. Se volete davvero mangiarli come i veri piemontesi dovete sceglierli conditi con ragù di salsiccia di Bra. Ve ne innamorerete anche con quel goccio di burro (i piemontesi ne hanno un debole!) e una bella grattata di tartufo. O perché no, anche con burro e formaggio filante.
Nonostante l’utilizzo delle uova possa trarre in inganno, in realtà sono leggerissimi. Scopri la ricetta

AGNOLOTTI DEL PLIN

Restando in tema pasta non si può perdere di vista la pasta più buona del mondo. Sono solo agnolotti direte voi, e invece no! Il plin, nome che deriva da “pizzicotto” in piemontese, deve la sua fama proprio alla sua forma. Stendere, farcire, pizzicare e via. Che il ripieno sia di carne o di erbette, per me si mangiano da favola con burro e salvia, e stop. Ma la tradizione parla chiaro, una volta si cuocevano e si portavano in giro nel tovagliolo, mangiati così, semplicissimi. I contadini si toglievano lo sfizio tuffandoli nel vino rosso. Lo stra consiglio, esperienza mistica! In fondo questi panciottini deliziosi si possono mangiare in tutti i modo, pure col ragù. Scopri la ricetta

BOLLITO MISTO

Se in qualche ristorante trovate il bollito misto, prendetelo, ma assicuratevi sempre di quanto grande sia la porzione. Il protagonista di questo piatto tendenzialmente è il bue grasso di Carrù che trionfa con pezzi di scaramella, muscolo, testina, lingua e coda, affiancati da cotechino. Non mancheranno le salse: quella rossa, la maionese, la rubra, quella al rafano e la famosissima salsa verde di cui parleremo prestissimo. Scopri la ricetta

BAGNET VERDE

Eccolo qui, la mistica salsina magica. Abbiamo capito che i piemontesi di acciughe sono ghiotti. Insieme al prezzemolo, come se piovesse, viene creato questo intingolo non proprio leggerissimo. Il suo accompagnamento è riservato appunto al bollito, a sotterrare le acciughe, oppure sui tomini freschi. Ma anche su un pezzetto di pane tostato fa comunque la sua bella figura. Scopri la ricetta

FRITTO MISTO

In Piemonte o si frigge o si mette parecchio burro, è una cosa che ho imparato presto mentre crescevo qui. Tradizione di campagna, di quando le famiglie usavano macellare gli animali in casa e ogni pezzo “di scarto” in realtà, fritto, diventava un lauto pasto per
tutti. Dalle frattaglie, passando per le verdure, la frutta e persino il dolce. Friggi che passa la paura. Una quantità di portate tale che vi consiglio un riposino post food coma o un digestivo bello potente. Ma ve lo dico, delizioso. Scopri la ricetta

BRASATO AL BAROLO

Di vino ne abbiamo parlato ad oltranza, ma non ci si ferma mai di fronte ad un brasato al Barolo. Definito il Re dei Vini e Vino del Re, non poteva che accompagnare un taglio di carne delicato e succoso come il manzo. Con tanta pazienza si annega la carne e si fa cuocere a fuoco basso con la giusta proporzione di carne/vino. Se riuscite praticamente a tagliarlo con un grissino, è il brasato giusto. Contorno di patate al forno o verdure fresche e via. Scopri la ricetta

CARPIONE

Si parlava di frittura no? E allora impossibile dimenticare verdure, carne, pesce e uova fritti e poi immersi in una marinata agrodolce. E’ un piatto che viene servito freddo ed ha origine antica, quando veniva utilizzata questa marinatura come metodo di conservazione perfetto in assenza di frigo. Se trovate anche le anguille, provatele!Scopri la ricetta

FINANZIERA

Sull’arte dell’anti spreco posso dire che in Piemonte siamo i numeri uno. Anche questo piatto è frutto di scarti di carne di ogni tipo, compresa la cresta del gallo! L’aggiunta poi di funghi e vitello l’hanno reso un piatto più nobile, ma in realtà è stato sempre un piatto della tradizione contadina. Si dice che abbia preso il nome dall’abito che utilizzavano nobili e banchieri che pare apprezzassero molto questa pietanza. Scopri la ricetta

TONNO DI CONIGLIO o di GALLINA

Anche in questo caso, come nel vitello tonnato, ritroviamo il nome di un pesce (sempre il tonno ora che ci faccio caso!) associato ad un piatto di carne. Il motivo del nome di questo piatto è che coniglio oppure gallina vengono fatti lessare nel brodo fino a rendere la carne perfettamente sfilacciabile. Anche qui troviamo il metodo di conservazione degli antichi: sott’olio con aglio, alloro ed eventualmente qualche verdura…perfetto con le insalate! Clicca qui

PANNA COTTA

Arriviamo a testa alta sui dolci. Semplice ma efficace è proprio la panna cotta che conquista anche i più piccoli. Il suo segreto è ottenere il perfetto equilibrio tra la panna e la gelatina in modo da avere la consistenza giusta. Fate la prova del piatto ballerino, shakeratela un po’, se balla ma rimane integra è quella giusta! Io la preferisco in purezza, ma si sposa bene con cioccolato fondente e creme di frutta rossa. Scopri la ricetta

BUNET

Più piemontese di così non si può. Penso che ogni nonna di queste terre sforni bunet (almeno) la domenica a pranzo. E così il dolce tipico delle Langhe a base di latte, uova, zucchero, cacao, amaretti e rhum viene sfoggiato praticamente in ogni ristorante. La tradizione lo presenta come un budino che viene affettato sul momento, se ci aggiungono nocciole e amaretti sbriciolati, per me, ancora meglio. Scopri la ricetta

TORTA DI NOCCIOLE

Parli del Piemonte senza parlare di nocciole? Io non credo proprio, soprattutto perché in casa ho chi ne produce e quindi sono guai. Da Cortemilia in poi tutto è un meraviglioso mondo nocciolato. La Tonda Gentile delle Langhe non ha bisogno di presentazioni, come neanche la sua torta. Io la preferisco nella sua versione classica senza farina, perché sprigiona tutto il suo vero sapore. Ma se siete golosi fatevi mettere una colata di zabaglione caldo e poi fatemi sapere. Scopri la ricetta

BACI DI DAMA e PASTA DI MELIGA

Parliamo ancora di nocciole, ma passiamo alle romanticherie. I baci di dama sono dei biscottini carini dove due cupolette di frolla alle nocciole si baciano attraverso uno strato di cioccolato fondente. Goduria pura. E sempre in tema di biscotti burrosi, parliamo delle paste di meliga. Pochi ingredienti e via di sache a poche: farina di mais macinata a pietra, zucchero, burro e uova. Se la loro consistenza è sabbiosa allora ci siamo. Perfetti con il caffè o il the del pomeriggio.

Se arrivati a questo punto la salivazione è andata alle stelle non vi resta che scegliere il posto dove gustare tutte queste meraviglie! Qui trovate una piccola lista di consigli della zona!

 

Prima o dopo un bel pranzetto ci sta sicuramente un volo in mongolfiera per rendere la giornata davvero indimenticabile

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